Bracco è l’essere animale più dolce, buono e fedele che abbia avuto la fortuna di avere al fianco: ci ama con tutto se stesso, siamo il suo universo, si è messo totalmente nelle nostre mani. Di fronte a tale enormità di buoni sentimenti a volte ti senti piccolo e lo ringrazi per l’aiuto a comprendere che forza incredibile abbia l’amore. E’ entrato nella nostra vita per caso, in maniera assolutamente non scontata. Era il febbraio del 2006. Un giorno sono partita con i miei figli, da Marcelli di Numana alla volta del canile di Osimo. Volevamo un nuovo amico da portare alle Grange. Appena arrivati, in tanti ci hanno accolto facendoci feste, abbaiando e scodinzolando, saltando per avere una carezza. Una stretta al cuore…li avremmo portati tutti a casa. Ad un certo punto però, facendo un giro per il canile ci siamo imbattuti in un ricovero, un corridoio lungo con le sbarre da cui si intravedeva una figura bianca spiattellata sul muro, talmente impaurita che, se avesse potuto, l’avrebbe volentieri oltrepassato pur di diventare invisibile. ‘Cos’ha quel cane?’ ho chiesto alle volontarie. ‘E’ spaventato è stato maltrattato e ha paura’. Cerco di avvicinarmi e lui si fa sempre più tremante e piccolo. ‘E’ buono?’… ‘le assicuriamo che è il più buono che c’è al canile ma non è un cane facile per via di quello che ha passato’. Lo avevano picchiato e, col tempo abbiamo scoperto che gli avevano anche sparato. Nella sua schiena una lastra ha rilevato pallini da caccia.

In quel momento storico avrei dovuto inserire la nuova figura in un contesto lavorativo, a contatto con bimbi e altri cani e, in famiglia, avevo uno dei figli ancora piccolo. Tanti pensieri mi passarono per la testa ma l’istinto sopravvenne sulla ragione…intimamente lo avevamo già scelto dal primo momento. Lo avremmo portato a casa incrociando le dita. Insomma, non ce la siamo sentita di lasciarlo lì. Non vi dico per caricarlo in auto che lavoro… Lo abbiamo letteralmente trascinato e caricato di peso. Era talmente spaventato che tra le curve di Osimo ha vomitato in macchina. ‘Cominciamo bene’ ho pensato, ma abbiamo continuato verso casa. Arrivati in agriturismo ho aperto il bagagliaio e un fulmine si è lanciato al galoppo verso la rete, a qualche centinaio di metri di distanza. Chiama e richiama…nulla. Immobile, Bracco ha tenuto una distanza di sicurezza per qualche giorno, senza però allontanarsi. Per diverso tempo si avvicinava alla cucina solo di notte per mangiare. Col passare dei mesi ha iniziato ad avvicinarsi senza farsi toccare. Era sempre vigile, ci studiava. La mattina conosceva gli orari scolastici. Alle 6,45 era fuori dalla finestra del figlio grande e lo accompagnava fino al pulmino, sempre a distanza di sicurezza. Lo stesso faceva con il piccolo. Che dire, da quando è sceso dal bagagliaio non ci ha mollato un secondo. Ha capito piano piano che il genere umano non è tutto uguale, ha imparato a fidarsi. Lo abbiamo cresciuto libero, felici di vederlo scorrazzare alla rincorsa di lepri e fagiani. E’ diventato un compagno fedele e insostituibile, è l’amore di casa.

Ora Bracco è vecchiotto, la sua età dovrebbe essere 12 anni e da qualche mese i reumatismi e i dolori alle ossa si fanno sentire. Non riesco a vedere una vita senza Bracco, mi capita di pensare a quanto sia scontato averlo alle Grange. E’ la nostra sentinella …è il nostro amico. E per tutto l’amore che ci dà ogni giorno viene solo da dirgli ‘grazie cane buono, ci siamo scelti quel giorno di febbraio e la vita insieme ci ha fatto capire quanto sei speciale. Ti amiamo tantissimo anche noi’.

Il Blog di Cristina

Numana – 10 agosto 2017